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Luciano Massari da Carrara

Your new daily ritual ...
Le giornate trascorse nel mio studio sono state un rito che ha rappresentato una salvezza in questa sospensione del tempo. I am by nature hyperactive and this forced setback I knew was going to be a problem. Luckily my studio is located at 200 metri di distanza da casa e ho potuto raggiungerlo senza rischiare sanzioni e senza autocertificazioni. Come ogni ritualità che ci costruiamo, è stato un modo per dare senso a un tempo dilatato e inedito per noi, sempre in corsa e in affanno.

How your way of working has changed?
In questa fase di lavoro in studio, che è stato abbastanza proficuo, contrariamente a ciò che normalmente faccio ho usato molto la carta e i colori: il mio studio era già ben fornito di materiali e anche nel momento in cui era impossibile, per decreto, comprare materiali per le belle arti, ho avuto modo di continuare a lavorare e a sperimentare.

Con quali oggetti e spazi del suo quotidiano stai interagendo di più?
Lo spazio con cui ho interagito di più è stato quello dello studio, oltre che, naturalmente, lo spazio domestico. Lo spazio dello studio, inteso non solo come spazio architettonico ma come spazio mentale della dedizione all’arte, mi ha avvolto e mi ha dato la possibilità di mettere in parentesi oggetti con i quali mi interfaccio quotidianamente: uno di questi, for example, è stato il telefono che ho usato solo per le comunicazioni veramente importanti.

We are dealing with a new time and space. What are you discovering or rediscovering about yourself?
In questa situazione irreale, perché spesso mi sono chiesto se tutto questo stesse davvero capitando a noi, sono riuscito anche a fare pace con me stesso e con la mia risposta frenetica ai tanti problemi che si presentano contemporaneamente. È stata anche un’occasione per riscoprire gli spazi degli affetti: la casa, che è il luogo degli affetti familiari, e lo studio perché anche il rapporto con le proprie opere è, in fondo, un rapporto affettivo. Alla fine di tutto questo, il lavoro in studio sarà una delle cose che da “rituale” diventeranno quotidianità.

What you're missing? Your personal experience of "absence" and "lack".
Quello che mi manca è la presenza fisica delle persone, degli amici, mentre l’assenza è uno dei temi che tratto nelle mie opere e quindi ci sono immerso.

New places and alternative spaces of cohesion have been born around you? (we think of the courtyards of the palaces, to the terraces etc…)
Il mio studio si trova all’interno di un edificio liberty, molto interessante dal punto di vista architettonico. In questo condominio c’è un giardino che, per molto tempo, non è stato utilizzato. In occasione del lockdown il giardino ha ripreso una nuova vita ed è diventato un punto di incontro e di scambio. Nel condominio, e anche nelle case attigue, in questi ultimi anni è cambiata la composizione degli abitanti: sono arrivate persone giovani, con bambini, alcune di queste persone lavorano nel campo dell’arte. Insomma c’è stata anche la possibilità di confrontarsi.

Luciano Massari, nato a Carrara dove si è formato all’Accademia di Belle Arti, ha iniziato la carriera artistica ed espositiva all’inizio degli Anni ’80. Il suo lavoro spazia tra numerosi linguaggi e materiali: dal marmo alla fotografia, all’uso di carte speciali, all’installazione ambientale. From 2004 l’artista porta avanti una ricerca sui temi dell’emergenza ambientale e dei cambiamenti climatici che dà vita a grandi narrazioni scultoree, alle installazioni ambientali e alla realizzazione di mappe e territori immaginari.
Nel corso della sua carriera ha esposto in Italia e all’estero, recentemente a Seoul all’Hangaram Museum. Docente di Scultura in varie Accademie italiane, Massari è stato Direttore dell’Accademia Albertina di Belle di Torino e dal 2016 dirige l’Accademia di Belle Arti di Carrara. www.accademiacarrara.it
www.lucianomassari.com