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Francesco Candeloro da Venezia

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Il mio lavoro si sta sviluppando in appunti, piccoli schizzi per fermare le idee. Disegni per possibili futuri lavori pittorici, non più progetti ben definiti pronti per essere realizzati nei laboratori dove lavoro il plexiglas. In parte è positivo, in parte mi sento in un tempo sospeso. Ma ho anche sviluppato una sorta di gioco creando opere effimere con oggetti di casa e quelle che più mi soddisfano le fotografo con il cellulare, cosa molto distante dal mio solito modo di fare.

Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
Interagisco molto nello spazio del salotto, con alcuni oggetti della cucina dalle presine per le pentole, i sotto pentola, i sotto piatti sino al grande tappeto presente nella stanza costruendo e smontando autoritratti fatti con questi oggetti.

Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
La mia dipendenza da quello che faccio!

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’ “assenza” e della “mancanza”
Mi manca andare in studio, stare lì, pensare solo al lavoro da fare o il muovermi nelle aziende dove realizzo gran parte delle mie opere.

Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid 19 sul tuo lavoro e quali pensi possono essere le conseguenze a lungo termine?
Un senso di attesa ma anche poter stare in una riflessione forzata che può essere la parte positiva perché non sempre sei costretto a rallentare, fermare il tuo modo di lavorare. Elaborare il tempo in un altro modo. Sarà tutto più limitato, le persone saranno meno disposte a incontri con molte persone, penso alle inaugurazioni, per autodifesa e per regole di distanziamento. Da una parte non ci saranno le inaugurazioni dove incontri tutti, diventeranno molteplici incontri con poche persone fino all’arrivo di un vaccino e alla sua distribuzione. Tutta l’economia si è fermata, spenderanno tutti meno. Ci sarà un forte rallentamento nell’acquisizione di opere d’arte da parte dei collezionisti.

Francesco Candeloro nasce nel 1974 a Venezia. L’artista pone al nucleo della sua personalissima ricerca le dimensioni della luce e del colore che, insieme a forma e segno, proporzione, ritmo e movimento, costituiscono chiavi di lettura per approfondire dinamiche temporali e spaziali. Per Candeloro infatti “l’arte è una visione del tempo”, nei diversi tipi di opere in cui si articola la sua produzione. In tutte la luce, naturale o artificiale, costituisce una componente essenziale, proietta ombre colorate e mutevoli nello spazio circostante, a dare vita ad un universo costituito da “visioni plurime”. Candeloro ha esposto internazionalmente in numerose mostre personali, collettive tra i quali il museo archeologico di Napoli, il Museo Fortuny a Venezia, il museo Cascavel per la biennale di Curitiba, alla Biennale della Fine del Mondo di Argentina e Cile, alla Fondazione Atchugary in Uruguay e a Hiroshima per la mostra Il segno del vuoto. L’ultimo progetto realizzato è Occhi del Tempo e Templi di Luce realizzato per i Musei Civici di Bassano del Grappa. www.francescocandeloro.org