“Attraverso uno specchio oscuro” le immagini tormentate di Giorgio Bormida ti sommergono nel profondo, nel tempo profondo pieno di bellezza e di ansia. Come la discesa di Dante agli inferi che è insieme familiare e lontana. Un sotterraneo veneziano, un grido senza testimoni, luce e oscurità, passato e presente, pietra e carne… Come nei cimiteri paludosi di New Orleans in decomposizione con lapidi parzialmente sommerse, sangue essiccato e frangipani, come dare un bacio di addio a un bambino imbalsamato, fiori appassiti e legno di sandalo, grottesco e bello insieme… Un rapimento di energia intrappolata, l’urlo silenzioso, colui che è inosservato, osserva… Avvolto nel silenzio, raggiungendo le ombre delle nostre anime.
Dal testo critico “Come…” di Barbara Steele