Non può esserci altro materiale più iconico del marmo per definire l’idea e la natura stessa della scultura: emblematico dei suoi valori estetici, forte di una tradizione affermata e “scolpita” nei secoli, è una sostanza che ha sempre accolto le forme universali della bellezza; dall’antichità alla contemporaneità ha seguito le vicende dell’uomo e ne ha incarnato le aspirazioni, il desiderio di solennità, magnificenza e universalità. […]
Gasparroni conosce bene i metodi di lavorazione, gli strumenti, le tipologie delle pietre e la loro “fisiologia” tangibile e da qui si comprende il reale valore della sua ricerca che porta ad ottenere il meglio da quel materiale potenziale, a estrarne l’invisibile persuasione della trascendenza. […]
Uno dei punti di forza della ricerca di Gasparroni è proprio il saper dare concretezza al pensiero, alla narrazione di storie possibili e di alleggerire, nella poesia, la pesantezza impassibile e immota del marmo (o di altre tipologie di pietre). Il confronto con le testimonianze del passato, allora, si fa ancora più marcata poiché l’artista cerca e guarda al senso del proprio racconto e non alle esigenze altre che affliggono il sistema contemporaneo. Ecco allora che il suo essere “artista da bottega” si traduce in un impagabile dono che fa in primo luogo alle sue opere e al senso profondo che queste testimoniano.
Dal testo “Il lieve tocco del marmo” di Matteo Galbiati