«É la poesia di un doppio sguardo, verso il mondo e verso l’io, quella espressa con grazia impareggiabile nei dipinti del Papero Rosso, artista fiorentino che neppure quest’importante verifica espositiva ha convinto ad uscire dal gioco dell’anonimato, dal vezzo di firmarsi con uno pseudonimo curioso e suggestivo, negandosi personalmente alla ribalta dei media e dei vernissages e preferendo invece l’identità esclusiva dell’arte.[…] La pittura del Papero fonde e “contamina”, con esiti di totale novità, suggestioni culturali diverse ma parimenti epocali. Tramite mezzi espressivi raffinatissimi e oggi di raro riscontro per qualità e persuasività, l’artista toscano lavora infatti su una zona linguistica di sutura e di confine fra media diversi, la pittura e la fotografia, unendo (con una cifra stilistica riconoscibile, assolutamente personale ma anche formata sul mestiere, sulla lezione accademica del disegno e della composizione) l’interesse e la predisposizione per le visioni urbane, per le iconografie di riporto dai codici visuali e virtuali dei mass media, delle riviste patinate, della moda, del marketing, della fotografia, della televisione, del cinema, del videoclip, con un sentimento forte e malinconico del presente.»
Tratto dal testo di Domenico Montalto.
Volume pubblicato in occasione della mostra IL PAPERO ROSSO in viaggio al tramonto (28 aprile – 11 giugno 2006) presso la galleria Bonioniarte Reggio Emilia.