Volume pubblicato in occasione della mostra “Mounir Fatmi. Transition State”, a cura di Silvia Cirelli, Galleria Officine dell’Immagine, Milano, 26 ottobre 2017 – 7 gennaio 2018.
Artista poliedrico, Mounir Fatmi (Tangeri, Marocco, 1970) si relaziona costantemente con temi di attualità come l’identità, la multiculturalità, le ambiguità del potere e della violenza.
Negli anni è riuscito a rinnovarsi costantemente, esplorando una molteplice varietà di linguaggi stilistici che vanno dal video all’installazione, dalla fotografia alla performance. Il suo è un percorso narrativo che oltre a confermare una notevole abilità lessicale, miscela ingredienti personali a testimonianze del reale, tracciando importanti passaggi della storia contemporanea.
La mostra milanese, dal titolo “Transition State”, ripercorre i tratti distintivi della sua vasta sintesi poetica, ponendo l’accento sul concetto di “ibridazione” culturale, una combinazione di preconcetti e stereotipi svelati e poi screditati, che rafforzano una visione d’insieme costruita sul dialogo fra religione, scienza, le ambivalenze del linguaggio e quanto queste si trasformino nel corso della storia.
Molto noto a livello internazionale, Mounir Fatmi è tra i protagonisti della Biennale di Venezia 2017 con una doppia partecipazione al Padiglione Tunisino, all’interno della mostra “The Absence of Paths”, e al NSK State Pavilion. Chiamato a esporre in prestigiosi musei come il Centre Georges Pompidou, il Brooklyn Museum, il Victoria & Albert Museum, il Mori Art Museum di Tokyo, o il MAXXI di Roma, i suoi lavori fanno parte di grandi collezioni pubbliche come quelle dello Stedelijk Museum di Amsterdam, la Fondation Louis Vuitton pour la création di Parigi o il Mathaf, Arab Museum of Modern Art di Doha.