Pubblicato in occasione della mostra Hauntology – Natura Spettrale Della Pittura, a cura di Ivan Quaroni, 25 marzo – 14 maggio 2023, Galleria Giampaolo Abbondio, Todi (PG).
Hauntology (crasi dei termini inglesi “haunting” e “ontology”, ovvero “fantasma, ossessione” e “ontologia”) è un concetto coniato da Jacques Derrida nel libro Spettri di Marx del 1993 e ripreso poi da Mark Fisher nel suo Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti del 2019.
A partire dai contributi di importanti filosofi, saggisti e sociologi, Ivan Quaroni sviluppa il concetto di Hauntologia giungendo a formulare l’idea che la pittura possiede una natura intimamente hauntologica. La pittura, ogni forma di pittura, reitera il potere infestante degli spettri attraverso persistenze, ripetizioni e prefigurazioni che impediscono ogni forma di equazione col presente. Essa, infatti, si sottrae sistematicamente al potere bloccante della realtà, così come viene intesa dall’ontologia tradizionale.
A dare corpo a tali ragionamenti, il curatore ci conduce entro una fitta selva di rimandi, dialoghi e contrasti tra i lavori di un gruppo di pittori italiani molto differenti per generazione, esperienze e modalità di esecuzione, ma tutti, ciascuno a proprio modo, capaci di fermarsi di fronte al tempo e generare una pittura autenticamente hauntologica: Giampiero Bodino, Giuditta Branconi, Danilo Bucchi, Pablo Candiloro, Maurizio Cannavacciuolo, Andrea Chiesi, Vanni Cuoghi, Alberto Di Fabio, Gianluca Di Pasquale, Fulvio Di Piazza, Elisa Filomena, Daniele Galliano, Miltos Manetas, Marco Neri, Nicola Verlato, Fulvia Zambon.