“Mi piace pensare di essere un musicista, considerare le mie Polaroid come delle note musicali che io suono nello spazio avvalendomi della mia macchina fotografica”.
Basterebbero queste parole dello stesso Maurizio Galimberti per raccontare il significato del suo lavoro, per addentrasi all’interno della sua ricerca, ma soprattutto per comprendere la passione, che Galimberti avverte per la fotografia e grazie alla quale riesce avvolgerci dentro la magia intima dell’arte.
Tratto dal testo “Spartiti mosaicali” di Alberto Mattia Martini
Volume pubblicato in occasione della mostra personale “Polaroid” di Maurizio Galimberti, a cura di Alberto Mattia Martini, 25 aprile – 9 giugno 2013, Castello di Montecchio Emilia.