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Manuela Bedeschi. Pensa guarda ascolta

Titolo: Manuela Bedeschi. Pensa guarda ascolta
Artista: Manuela Bedeschi
A cura di: Matteo Galbiati
Testi: Matteo Galbiati, Massimo Donà, Francesca Pola
Dialogo con l’artista: Luca Massimo Barbero
Lingua: italiano, inglese
Traduzioni: Simon Turner, Michael Haggerty, Lisangela Perigozzo
ISBN: 978-88-6057-639-2
Dimensione: cm 23×28
Formato copertina: cartonata con apertura a cartella tagliata a raso rispetto al blocco libro, con cartone quadrante di colore nero di 3 mm di spessore, rivestito all’interno in carta Siro Color Dark Blu (Fedrigoni) da 140 gr/mq senza stampa e, all’esterno in carta Freelife Vellum Premium White (Fedrigoni) da 140 gr/mq con stampa in due colori speciali e vernice di spessore solo in bianca
Carta: 380 pagine (due folder a tre ante) in Symbol Mattt Plus Premium White (Fedrigoni) da 170 gr/mq e con stampa in quadricromia e vernice di macchina in bianca e volta; 144 pagine in carta usomano Magnum volume (Sappi) da 150 gr/mq con stampa in quadricromia in bianca e volta
Rilegatura: brossura cucita con un foglio posto all’inizio del blocco libro e un quartino in chiusura del blocco libro in carta Siro Color Dark Blu (Fedrigoni) da 140 gr/mq, il primo foglio con serigrafia in colore bianco solo in bianca
Progetto grafico: Studio grafico Bosi srl, Verona
Fotolito e stampa: Grafiche Aurora srl, Verona
Pagine: 524
Prezzo: € 85.00

Dello stesso Autore / Artista

Dopo tre anni di lavori, tra ideazione, ricerche d’archivio e costruzione del progetto editoriale, l’Archivio Manuela Bedeschi presenta la monografia, curata da Matteo Galbiati, intitolata Manuela Bedeschi. Pensa guarda ascolta.
Il volume, ripercorrendo nelle testimonianze critiche quarant’anni di ricerca e lavoro dell’artista vicentina, si concentra in modo peculiare sugli ultimi 25 anni di attività che la vedono impegnata in un esercizio espressivo in cui la luce al neon nello specifico – è parte fondamentale del suo impegno di riflessione estetica.

Questo volume dà modo, quindi, di compiere un itinerario completo e totale che rende testimonianza utile di ogni mostra personale – tranne qualche eccezione per valore e rilevanza di progetto – in cui Bedeschi si è attivata, in ciascuna circostanza come è sua consolidata abitudine, in un lavoro site-specific. Bedeschi nelle sue installazioni unisce in un universo di senso personalissimo la pittura, la scultura, l’installazione e concede sempre allo sguardo dell’osservatore il modo di vivere l’esperienza dell’opera con modalità, sensibilità e sentimenti differenti. Il variare costante della re-invenzione del neon è, quindi, l’elemento centrale di questa pubblicazione è il viaggio che la luce di Bedeschi compie nel corso del tempo, modificando e rafforzando le proprie istanze.

Questo libro, che non risparmia attenzione ai dettagli, è concepito come uno zoom sul suo lavoro e sulla modalità da lei attuata nel modulare la propria espressività in relazione stretta all’ambiente che non è mai quinta scenica, mai sottomesso all’opera, ma risponde sempre con il proprio carattere a rilanciare l’effetto dell’innesto luminoso impresso dall’artista.

Grazie alla ricognizione attenta e puntuale condotta sui materiali fotografici si è potuti ritornare sulla documentazione di mostre passate di cui poco era stato mostrato nei volumi editati allora e di cui si riesce ora a dare una testimonianza stampata per la prima volta in modo davvero esaustivo, oppure, in altri casi, risultano essere dei veri e propri inediti che possono essere ripresi da un tempo passato e restituiti a una giusta registrazione storico-critica.

L’operazione di riordino ha riguardato anche la sistemazione dell’apparato bio-bibliografico di Bedeschi che ora è organicamente strutturato e completato cronologicamente con ogni mostra, pubblicazione, articolo, recensione, intervista.

I contributi portanti del volume sono: il testo storico-critico principale, Manuela Bedeschi. (Non) di sola luce, di Matteo Galbiati che segue la “presenza luminosa” fin dalle opere degli esordi dell’artista e guida poi nel corso dei decenni fino alle ultime realizzazioni dello scorso anno; segue poi il testo di Massimo Donà, Dall’inizio, ovvero da sempre. Puri giochi di luce. Sull’opera di Manuela Bedeschi, in cui si osserva in modo profondo e intenso la dimensione filosofica e spirituale della sua ricerca; quindi, a chiudere la prima parte, Sentire la luce: appunti sull’opera di Manuela Bedeschi, di Francesca Pola che offre una lettura concentrata e schietta, molto attenta al legame con i luoghi e alle connessioni che la luce concede. Da questo punto in poi – sottolineato anche da un voluto cambio di carta – iniziano a fluire i racconti delle mostre e degli allestimenti espositivi dal 2005 al 202; venticinque anni raccolti in un flusso di immagini avvincenti e che concede al colore luminoso la possibilità di affascinare lo sguardo, di cogliere il tempo di un lavoro che non si è mai fatto limitare, arginare o interrompere. Nella distanza temporale affiora il peso della costanza, valore grandissimo con cui Manuela Bedeschi ha prestato fede alla propria vocazione artistica e, così, la sperimentazione non è mai venuta meno al desiderio dello sguardo di non fermarsi mai entro i confini delle conquiste certe, ma di tendere sempre oltre alla prossima tappa del suo viaggio.

Dopo un’immersione tanto potente nella descrizione della semplice complessità dell’opera di Bedeschi, al lettore viene data – volutamente posizionato a questo punto per mettere in risalto il tono intenso del dibattito – la possibilità di “assistere” a un intenso dialogo tra l’artista e Luca Massimo Barbero che, tra domande e risposte, toccano temi non solo validi nel mettere in luce la forza dell’artista e del suo lavoro, ma anche l’umanità e l’onestà intellettuale della persona. Un dialogo importante, tra confidenzialità e rigore, in cui il valore dell’arte si accende della passione, delle conoscenze, delle esperienze di entrambi gli interlocutori.

Si va a chiudere con una parte dedicata ai progetti utili a far comprendere la dinamica di gestazione lunga del suo lavoro e la capacità di innestare, con freschezza, in un contesto sempre diverso la propria idea e visione. Inoltre, è sembrato importante anche dare spazio ai tre studi dell’artista che – a Verona, a Bagnolo di Lonigo e a Roma – aiutano con energie diverse a maturare la resa concreta di ogni opera. La fine è riservata, come accennato in precedenza, ad un aggiornato apparato bio-bibliografico cui si intervallano fotografie dei momenti salienti, degli incontri, delle amicizie, dei rapporti personali, degli affetti vissuti dall’artista, perché anche la sua vita e le persone che ne hanno fatto e ne fanno parte, sono un necessario punto di riferimento che dimostra come vita e ricerca siano sempre umanamente strettamente connesse.

Peso 3.1 kg
Dimensioni 23 × 4.8 × 28 cm

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