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Agostino Arrivabene. L’ospite parassita

Titolo: Agostino Arrivabene. L’ospite parassita
Autore/Artista: Agostino Arrivabene
Testi: Alberto Zanchetta, Chatia Cicero
Lingua: italiano
Anno: 2017
ISBN: 978-88-6057-363-3
Dimensione: cm 16,5×24
Rilegatura: brossura filo refe, copertina con alette
Pagine: 128
Prezzo: € 22.00

Esaurito

Catalogo della mostra Agostino Arrivabene. L’ospite parassita, a cura di Chatia Cicero e Alberto Zanchetta, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 25 febbraio – 14 maggio 2017.

Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone presenta L’ospite parassita, una mostra che intende offrire un approccio caleidoscopico all’arte di Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, 1967), rivelandone gli aspetti più mutevoli e imprevedibili che si innescano in un gioco di connessioni, dissonanze e dialoghi tra dipinti, installazioni e mirabilia.
Cos’è l’artista se non L’ospite parassita delle sue stesse idee e ossessioni? Il titolo evoca la condizione ambivalente dell’essere ospitante, od ospitato, e la necessità di attingere energia emozionale da fonti e situazioni che ne alimentano la creatività. Il fascino, la sofferenza e il disgusto trasmessi dalla realtà sono per Arrivabene vitali forme di nutrimento, trasformate dall’immaginazione per costruire un nuovo modo di vedere, un mito personale da utilizzare come guida.
L’influsso parassitario si estende anche all’interno dei dipinti: inserzioni entomologiche, peduncoli o infiorescenze si cibano delle carni dei personaggi effigiati, lasciando proliferare nuovi tessuti connettivi che talvolta finiscono quasi per fagocitarne il respiro vitale. Ne scaturisce una concezione visionaria in cui mondo vegetale, animale e umano coesistono l’uno nell’altro a stabilire un abbraccio perpetuo così come un naturale sviluppo/fusione teratomorfica. Quella di Arrivabene è una pittura colta e seducente, intrisa di simboli ed enigmi vivificati da innumerevoli modelli di ispirazione: dalla mitologia classica ai Maestri del XV-XVI secolo, in primis Leonardo, Dürer, Bosch, e nel passato più recente Moreau, Redon, Ernst. Lo spettatore risulta così catturato da messaggi velati, quasi dovesse partecipare a un viaggio iniziatico che conduce alla rivelazione di una conoscenza ancestrale, di cui l’artista è generatore e dispensatore. Alla stregua di un alchimista, Arrivabene fa rivivere esperienze di carattere mistico travalicando i limiti spazio-temporali della personalità, del conscio e dell’inconscio, nell’incessante esplorazione di un universo interiore che si snoda tra reminescenze di vite già vissute o solo vagheggiate.
Il percorso espositivo più ampio ospita alcuni mirabilia (ovvero, oggetti che destano stupore) provenienti dalla personale collezione dell’artista, consentendo al pubblico di aprire lo sguardo all’interno di un’autentica stanza delle meraviglie: artificialia e naturalia inscenano tutt’intorno uno straordinario theatrum mundi fonte di ulteriori epifanie. Fanno da contraltare alcune “installazioni organiche”: teschi, fiori e farfalle – simboli della vanitas che alludono alla caducità dell’esistenza – attraverso dissezioni e innesti parassitari sono trasformati in nuovi simulacri di vita, salvaguardati all’interno di campane di vetro affinché resistano immutabili al trascorrere del tempo.
Negli spazi museali di Lissone si ricompone, così, un microcosmo dell’immaginario. La rassegna consentirà infatti di sondare la varietà composita di espressioni che costituisce non solo l’opera ma anche il mondo esoterico e allucinato di Arrivabene in cui visioni, idee, paure e sogni hanno saputo “elevarsi al di sopra” per trascendere la concretezza della realtà vissuta.

[dal comunicato stampa della mostra]

Peso 0.8 kg
Dimensioni 16.5 × 24 cm