ARCHIVIO CATEGORIA: Eventi
Sabato 2 marzo alle ore 17.00 – nell’ambito della personale di Alice Padovani PRIMAL | forme ordinate dal caos in corso fino al 7 marzo da Guidi&Schoen Arte Contemporanea, in Piazza dei Garibaldi a Genova – si terrà la presentazione della prima monografia dell’artista modenese, classe 1979. Il volume, edito vanillaedizioni, fa parte della collana [PageNotFound]: versatile collana di monografie d’artista sviluppate nel duplice format digital e cartaceo.
Durante la presentazione, le due autrici dei testi in catalogo – Chiara Serri e Livia Savorelli – in dialogo con l’artista ripercorreranno le tappe principali dell’intenso percorso della Padovani, individuandone progettualità e sviluppi. Seguirà cocktail.
VAI ALLA PAGINA DEL VOLUME: http://bit.ly/pnf16_padovani
Gen09
Milano | Officine dell’Immagine | 17 gennaio – 9 marzo 2019
Catalogo: https://www.vanillaedizioni.com/shop/volumi/servet-kocyigit-when-the-lion-comes-out-of-the-shade/
Dal 17 gennaio al 9 marzo 2019, Officine dell’Immagine di Milano ospita la seconda personale italiana di Servet Koçyiğit (Kaman, 1971), uno degli autori più interessanti della scena contemporanea turca.
Curata da Silvia Cirelli, la mostra dal titolo When the Lion comes out of the Shade esplora il recente percorso artistico di questo poliedrico interprete, raccogliendo una selezione di opere, tra fotografie, installazioni e collages, mai esposti in Italia.
Distintosi negli ultimi anni con partecipazioni in prestigiosi Musei internazionali come La Triennale di Milano, l’Israel Museum di Gerusalemme, l’Istanbul Modern Museum, il Center of Contemporary Art di Torun (Polonia), o la 27sima Biennale di Sao Paulo, Servet Koçyiğit ha inoltre vinto nel 2016 il prestigioso “Shpilman International Prize for excellence in photography” con il suo ultimo progetto fotografico My Heart is not made from Stone, presentato in esclusiva italiana in questa mostra.

Servet Koçyiğit, Tsonga, 2017, textile, paint, buttons, cm 150x200x4, unique piece. Courtesy: Officine dell’Immagine, Milano
Da sempre attento al confronto con tematiche socioculturali, identitarie, comportamentali e geopolitiche che interessano non solo la realtà turca – a cui è certamente legato – ma che riguardano in generale la storia culturale odierna (l’artista attualmente vive e lavora fra Amsterdam e Istanbul, ndr), Koçyiğit riscopre le contaminazioni nell’arte di temi di grande attualità, come l’esperienza dell’emigrazione, il senso di sradicamento, gli equilibri fra individuo e collettività e la vulnerabilità del genere umano. Con una raffinatezza lessicale strettamente connessa a un’autentica essenzialità emotiva, l’artista traduce le ferite di una società che sembra faticare a trovare il proprio equilibrio, forse troppo indebolita da una frammentarietà identitaria costretta da situazioni coercitive come l’abbandono della propria terra a causa di guerre, soprusi, o il fantasma del colonialismo.
In questa fragile altalena emozionale la grande sensibilità storica di Servet Koçyiğit diventa basilare per comprendere il valore della terra come depositaria e custode della memoria culturale.

Servet Koçyiğit, My Heart Is Not Made From Stone (N. America), 2016, c-print, cm 90×210, edition of 5. Courtesy: Officine dell’Immagine, Milano
Per restituire il concetto evolutivo della condizione migratoria e dell’identità transculturale non solo fisica ma anche e soprattutto emozionale, Servet Koçyiğit sceglie la simbologia della mappa come principale veicolo espressivo. Le sue però, sono mappe ben lontane dal voler riprodurre fedelmente la configurazione geopolitica, al contrario, rappresentano elaborazioni che conducono a nuove prospettive, alla consapevolezza di una mappatura visiva definita dalle persone, dalle comunità, e non semplicemente dai luoghi abitati.
Così come la scelta della tipologia di tessuti usati per queste multiformi composizioni, anche la predilezione di contributi estetici che evidenziano una corrispondenza migratoria – il più delle volte conseguenza del violento colonialismo – è una costante nella grammatica stilistica di Koçyiğit. L’artista si sofferma con premura sulle piaghe del colonialismo e il conseguente sradicamento culturale ancora oggi ben visibile in molte parti del mondo, in particolare in Africa. L’occasione dell’esperienza sudafricana durante la residency “Joburg Now” durata un paio di mesi, ha dunque favorito l’artista non solo nel recupero dei materiali utilizzati nelle rispettive mappe “immaginarie”, ma anche nello sviluppo della complessa serie fotografica My Heart is not made from Stone, dove centrale è la rievocazione di quei luoghi consumati e abusati dal trascorso colonialista. I protagonisti degli scatti, mostrano infatti antiche mappe – trovate dall’artista in alcuni mercati olandesi e portati a Johannesburg – su cui sono state disegnate le stesse pietre preziose per le quali quelle terre sono state distrutte. Un triste sopruso purtroppo comune in non poche realtà naturalistiche mondiali.

Servet Koçyiğit, Venda, 2017, textile, paint, buttons, cm 150x200x4, unique piece. Courtesy: Officine dell’Immagine, Milano
In un viaggio che diventa metafora silenziosa di esistenze e luoghi perduti, Servet Koçyiğit esemplifica appieno l’affresco di un’eredità poliedrica che attraversa la complessità di un sincretismo sia culturale sia identitario smascherato dalla partecipazione di un dolore che deve essere condiviso.
Servet Koçyiğit. When the Lion comes out of the Shade
a cura di Silvia Cirelli
17 gennaio – 9 marzo 2019
Inaugurazione: giovedì 17 gennaio, ore 19.00
Officine dell’Immagine
via Carlo Vittadini, 11 – Milano
Ingresso libero
Orari: martedì – sabato 11.00 – 19.00; lunedì e giorni festivi su appuntamento
Catalogo: Vanillaedizioni (www.vanillaedizioni.com)
Info:
tel. +39 02 91638758
info@officinedellimmagine.com
www.officinedellimmagine.com
Nov16
Milano | M.A.C. Musica Arte Cultura | 24 e 25 novembre 2018
Il 24 e il 25 novembre 2018 il M.A.C. Musica Arte Cultura di Milano ospita Spicaisa. Due mani sinistre, un evento dedicato al nuovo progetto del duo artistico Spicaisa, così chiamato dalla fusione dei nomi degli artisti Isabella Mandelli (Monza, 1969) e Pietro Spica (Dolo, 1953). Dal 2015 dipingono insieme acquerelli intervenendo in contemporanea sulle stesse carte. In questo modo sviluppano non solo un linguaggio originale, ma danno vita a un mondo fantastico derivante dalla fusione di due visioni tra loro complementari. Il processo creativo degli artisti, entrambi mancini, è documentato, oltre che da alcune foto di backstage realizzate da Claudio Sforza, anche da una video-proiezione che spiega il loro lavoro simultaneo fatto di pennelli e colori.

Spicaisa (Isabella Mandelli e Pietro Spica) – ph. Claudio Sforza
Sono presenti in mostra una selezione di acquerelli e acrilici prodotti da Pietro Spica da solo nel corso della sua lunga carriera artistica, e ventisette opere del duo Spicaisa, per lo più appartenenti alla serie Città e Dialoghi. L’immaginario degli artisti è al contempo reale e onirico, con una prospettiva inventata o rovesciata. Evoca un senso di leggerezza e dà spazio all’utopia. Il paesaggio è per metà marino e per metà celeste; le città sono abitate da animali fantastici come il girfante; le nuvole si trasformano in tartarughe, con un rimando a Escher scevro da inquietudini. Come afferma Pietro Spica, è proprio la stessa tecnica dell’acquerello a favorire un approccio zen, in quanto è frutto di una delicata alchimia tra colore e acqua, intenzionalità e improvvisazione.
Durante la serata inaugurale di sabato 24 novembre interverrà lo scrittore Andrea De Carlo.

Spicaisa (Isabella Mandelli e Pietro Spica), Se vi pare Portofino, 25×25 cm, acquerello su carta cotone intelata, 2018 – ph. Claudio Sforza
Il catalogo Spicaisa. Due mani sinistre, edito da Vanillaedizioni, oltre alle opere realizzate insieme dagli artisti dall’inizio della loro collaborazione e le loro opere da “solisti” in due sezioni separate, raccoglie le fotografie di Claudio Sforza e i testi di Andrea De Carlo, Luca De Flaviis, Alice Assandri e stralci del racconto di Federico Montel.
SPICAISA. DUE MANI SINISTRE
Isabella Mandelli e Pietro Spica
24 e 25 novembre 2018
opening 24 novembre dalle ore 18.00
M.A.C. Musica Arte Cultura
piazza Lucrezio Caro 1 – Milano
Orari:
24 novembre: 18.00 – 21.00
25 novembre: 10.00 – 18.00
Catalogo: Vanillaedizioni in uscita il 20 novembre 2018
Ott15
Personale di Alessandra Rovelli alla Galleria Biffi Arte di Piacenza, a cura di Alessandra Redaelli.
dal 20 ottobre al 9 dicembre 2018
INAUGURAZIONE: sabato 20 ottobre, ore 17,00
Biffi Arte
Piazza Sant’Antonino – via Chiapponi 39 – Piacenza
orari: da martedì a sabato 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,30 domenica 15,00 – 19,00
Tel. 0523.32.49.02
www.biffiarte.it
Il libro “Alessandra Rovelli. Life Box” è disponibile a questo link:
https://www.vanillaedizioni.com/shop/volumi/alessandra-rovelli-life-box/
Lug26
La mostra di Maria Micozzi ‘La forza del rigenerarsi’ si arricchisce di un appuntamento con la presentazione del catalogo-reportage fotografico della mostra, edito dalla Vanillaedizioni anche in versione e-book, che si terrà giovedì 26 luglio 2018 alle ore 18,30 al Castello della Rancia di Tolentino, sede che ospita fino al 29 luglio, le opere dell’artista. L’evento, alla presenza del Sindaco di Tolentino e degli Assessori alla Cultura del Comune di Tolentino e del Comune di San Severino, vedrà la presentazione del prof. Floriano De Santi, il cui testo critico arricchisce il catalogo. L’evento costituisce un momento di dialogo e anche di passaggio di testimone dell’esposizione dal Castello di Tolentino alla sede di Palazzo Servanzi Confidati di San Severino Marche, che ospiterà la mostra dal 4 agosto 2018.
Feb27